ANNO 25 n° 110
Le clarisse via da un momento all'altro
Dopo l'arrivo delle alcantarine imminente il trasferimento delle suore
Resta aperto solo un piccolo spiraglio. Il poster ultimo atto d'amore
15/12/2015 - 10:31

VITERBO – Ogni istante è buono. Da un momento all’altro. Dopo l’arrivo delle suore alcantarine (l’ordine francescano, non di clausura, che si farà carico del monastero di Santa Rosa) il trasferimento delle clarisse di Santa Rosa è soltanto una questione di tempo.

 

La data di oggi è una delle ipotesi, qualcuno rinvia tutto a domani, altri – ancora più fiduciosi – sostengono che un giorno fissato non ci sia, che c’è tempo. Poi ci sono i più pessimisti, quelli che giurano che le clarisse siano già andate via ieri pomeriggio, trasferite altrove: difficile verificare, vista la riservatezza del luogo. D’altronde, con l’arrivo delle prime due alcantarine – altre seguiranno a breve – il passaggio di consegne è praticamente già avvenuto.

 

Di certo, chi ha avuto modo di incontrare le tre sorelle le ha salutate come se fosse l’ultima volta che potesse vederle a Viterbo. E ne racconta tutto lo scoramento, e l’umile richiesta ai viterbesi – che non mettiamo tra virgolette per rispetto nei loro confronti, della chiesa, e dei lettori – di pregare per loro, come loro hanno sempre pregato per i viterbesi.

 

E qui veniamo al punto successivo: i viterbesi hanno fatto tutto il possibile per evitare questo passaggio storico? L’interruzione di un rapporto – quello di custodia del patrimonio morale e concreto della patrona della città – che durava da oltre 700 anni? Il dibattito è aperto: c’è chi sostiene che si sarebbe potuto fare di più, chi s’arrende di fronte al potere delle gerarchie ecclesiastiche (non certo a livello locale, nelle alte sfere vaticane) e chi confida ancora in un salvataggio in extremis. ''C’è un piccolo spiraglio – dice il sindaco Michelini, sempre alle prese con la via diplomatica – E finché resta aperto non possiamo arrenderci''. L’idea è sempre quella: una convivenza tra i due ordini, con intuibili vantaggi per tutti. Ambientali, di fede e tradizione, e perché no anche d’immagine: ma sono concetti difficili da far passare quando si ha difficoltà a trovare un interlocutore Oltretevere, sempre che un interlocutore poi ci sia davvero.

 

Le clarisse, come tutti gli ordini, sono tenute alla consegna dell’obbedienza. Debbono accettare le disposizioni, e dunque il trasferimento, pena la secolarizzazione, cioè il ritorno allo stato laicale.

 

Di loro, salvo novità dell’ultim’ora che avrebbero del prodigioso, resterà il ricordo affettuoso. La devozione. E anche quel poster-pergamena (stampato in 500 copie) e firmato proprio dal monastero delle clarisse di Santa Rosa che è un ultimo, incredibile atto d’amore: fu realizzato in un periodo difficile, quando i rapporti tra Comune e Sodalizio dei Facchini era teso (per ragioni che oggi, di fronte a quest’altra vicenda, appaiono risibili). Il sindaco acconsentì di prelevare il bozzetto di un’antica Macchina dal museo civico, e di riprodurlo. Banca di Viterbo e Fondazione Carivit ci misero il conquibus, le clarisse ci apposero il loro sigillo.




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