ANNO 25 n° 114
La Tuscia rievoca la Passione di Cristo
Stasera rappresentazioni e processioni in quasi tutta la provincia
03/04/2015 - 12:48

VITERBO - Alcuni antichissimi, altri di più recente istituzione, i riti del Venerdì Santo sono profondamente radicati nella cultura e nella religiosità popolare della Tuscia.

 

Raffigurazioni della Passione di Cristo con centinaia di figuranti o più tradizionali processioni si svolgono in tutti i sessanta centri della provincia. Pressochè identico lo svolgimento di decine di processioni serali con il trasporto di un baldacchino contenente la statua del Cristo Morto con il corpo segnato dalle piaghe del flagellazione, della Via Crucis e della Crocifissione, seguito dall'effige della Madonna Addolorata, vestita di nero, con il cuore trafitto da una spada. L'uno e l'altra sono trasportate a spalle dai componenti delle confraternite (o compagnie), diffuse in quasi tutti i paesi.

 

Alcune statue del Cristo Morto, quasi tutte lignee, sono delle vere e proprie opere d'arte, come quella di Bagnoregio, attribuita alal scuola donatelliana.

 

La più celebre rievocazione della Passione di Cristo è senz'altro quella di Bagnaia, istituita nel lontano 1618. Domani sera, alle 21, circa quattrocento figuranti danno vita a diciotto ''quadri'', ognuno dei quali ricostruisce una fase della Via Crucis. Il clima che si crea durante la rappresentazione e la rara spettacolarità dei ''quadri'' suscitano tra gli spettatori una forte tensione e una vibrante emozione.

 

A Vetriolo, piccolo borgo della Valle dei Calanchi, la rievocazione del Venerdì Santo s'incentra invece sugli eventi che precedono la cattura e la Passione di Gesù, con gli apostoli riuniti nell'orto degli ulivi. Di grande effetto le due ultime fasi della rappresentazione: l'impiccagione di Giuda e la Crocifissione finale.

 

A Latera si eseguono nenie e canti popolari di rara suggestione, tramandati oralmente da padre in figlio, la cui origine si perde nei secoli. Alle cinque del mattino si svolge la cosiddetta la processine ''La desolata'', che ricorda l'episodio del figlio arrestato dalle autorità romane nell'orto degli ulivi.

 

A Tarquinia, invece, la domenica di Pasqua, nel tardo pomeriggio, la gioia per la Resurrezione esplode con una spettacolare ''corsa'' del Cristo Risorto, portato a spalle per le vie della cittadina, tra gli spari di fucili caricati a salve.

 

Nei primi anni del 2000, il Comune di Tarquinia aveva chiesto che la ''corsa'' del Cristo Risorto, unica nel suo genere, fosse inserita nell'elenco delle tradizioni tutelate dall'Unesco.




Facebook Twitter Rss