ANNO 25 n° 114
La Soprintendenza approda in consiglio
Il consigliere Marco Ciorba (Oltre le mura) presenta un ordine del giorno
26/06/2014 - 10:01

VITERBO – (An. Ar.) In faccende come queste ci vuole rapidità, perché perdere anche un giorno potrebbe essere fatale. Così, se la proverbiale velocità del Governo Renzi darà ufficialmente il via, a breve, alla riorganizzazione e all’accorpamento delle Soprintendenze ai beni archeologici, artistici e culturali, Viterbo – che in questa storia vuole giocare la sua parte - sarà pronta. Merito del consigliere comunale Marco Ciorba (Oltre le mura), che proprio in queste ore ha depositato un ordine del giorno che, previa approvazione da parte del consiglio comunale, potrebbe tornare davvero utile. 

Ma prima vale la pena ricapitolare quale partita sia in ballo. Il Governo vuole ridisegnare la mappa nazionale delle Soprintendenze, ottimizzandone le attività e soprattutto riducendone i costi. Quelle più piccole finirebbero accorpate (Molise con Abruzzo e Basilicata con Puglia si stanno già organizzando). E qui entra in gioco Viterbo e la Tuscia, che sono sotto la giurisdizione della Soprintendenza dell’Etruria meridionale, la quale però ha misteriosamente sede a Roma, e che in un futuro prossimo potrebbe finire accorpata con quella dell’Umbria (sta a Perugia). A quel punto Viterbo potrebbe davvero essere la sede perfetta: città d’arte e di cultura, in mezzo ad un patrimonio ricchissimo, in posizione anche logistica invidiabile rispetto al capoluogo umbro, troppo decentrato a nord. Di qui l’ipotesi di lavoro, anticipata da Viterbonews24, confermata con entusiasmo ieri dall’assessore alla Cultura Delli Iaconi, e oggi sviluppata dallo stesso Ciorba. Che già oltre un anno fa, in campagna elettorale, aveva proposto questa soluzione. E che oggi, sfruttando l’onda lunga dell’attualità, presenta il suo ordine del giorno: “Per dare un’investitura istituzionale all’iniziativa”, dice.

“Che si parli di Soprintendenza dell’Etruria meridionale o di un’altra nuova Soprintendenza che includa anche l’Umbria cambia poco – prosegue il giovane consigliere -: Viterbo ha tutte le carte in regola per reclamare un ruolo di primo piano, e per accogliere la sede di questo ente- Intanto, perché è assurdo che oggi la Soprintendenza stia a Roma, lontana dal territorio su cui ha competenza. Deve avere una sua autonomia rispetto alla Capitale, e in questo senso sono già stati fatti diversi tentativi a partire dagli anni Novanta. Adesso è il momento di tornare alla carica, vista anche la prossima riorganizzazione di tutte le strutture. Ecco il perché di questo ordine del giorno: chiederemo al sindaco di farsi promotore della candidatura di Viterbo in tutte le sedi competenti”. Magari blandendo quel ministro Franceschini che, in occasione della sua visita in città, non ha fatto mancare complimenti e prospettive allo sviluppo del territorio.

Ma non finisce qui. Perché se il trasferimento “fisico” della Soprintendenza è poca cosa (basta spostare gli uffici), gli effetti secondo Ciorba sarebbero tantissimi. E tutti positivi. “Perché l’ente si troverebbe al centro di un’area geografica dal patrimonio archeologico, storico e culturale immenso: dagli Etruschi di Tarquinia e Viterbo alle vestigia romane. Sarebbe logico che i professionisti, i tecnici, che lavorano o fanno riferimento alla Soprintendenza abbiano tutto a portata di mano, magari con un coinvolgimento dell’università. Si creerebbe una vera e propria cittadella storica e culturale, che attrarrebbe studiosi da tutto il mondo, ma anche turisti”.

Già, perché Ciorba guarda oltre: “Anche io ritengo che l’area di piazza della Rocca, accanto alla Rocca Albornoz, sia la sede più adatta. Perché ci sono diversi palazzi di proprietà del demanio, e quindi a costo zero, e perché sarebbe l’occasione giusta per trasformare il museo etrusco in uno dei più importanti del mondo, magari portandoci anche i reperti del museo civico, o quelli provenienti dalla Tuscia che ora si trovano a Villa Giulia”. Viterbo capitale dell’Etruria? “Sì – risponde Ciorba – è quello il ruolo che ci compete, il marchio Etruria, che in Toscana e in Umbria hanno sfruttato spesso e volentieri, può essere trainante per lo sviluppo turistico e culturale della nostra città”. Con la Soprintendenza, sarebbe tutto più facile.




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