ANNO 25 n° 116
La Consulta dice ''no'' all'immunità, Berlusconi sotto processo a Viterbo
Il leader di Forza Italia dovrà essere giudicato per diffamazione aggravata
19/07/2014 - 13:31

VITERBO - Silvio Berlusconi torna sotto processo a Viterbo con l'accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Antonio Di Pietro, all'epoca dei fatti - era il 2010 - leader dell'Italia dei Valori, un partito ormai estinto. Il giorno dopo la gioia per l'assoluzione al processo Ruby, infatti, un dispiacere per Berluconi è arrivato dalla Consulta, che ha detto ''no'' all'immunità per insindacabilità delle affermazioni dei parlamentari sancita dalla Costituzione in due procedimenti, uno penale e uno civile, relativi alle insinuazioni sulla ''falsa'' laurea di Antonio Di Pietro.

Il 26 Marzo 2010, durante un comizio al palazzetto dello Sport di Viterbo a sostegno della candidatura di Giulio Marini a sindaco della città, l'ex Cavaliere aveva insinuato che l'ex magistrato si fosse laureato ''grazie ai Servizi''.

''Di Pietro - aveva detto tra l'altro Berlusconi è un emerito bugiardo. Non ha nemmeno una laurea valida''. I

Secondo la Consulta, le parole offensive rivolte al leader dell'Italia dei valori da Silvio Berlusconi, da candidato premier, non erano finalizzate ''all'attività tipica del parlamentare'', ma rientravano nella mera sfera della competizione elettorale. Ragion per cui la delibera della Camera dei Deputati sull'insindacabilità delle affermazioni del leader di Forza Italia, va annullata, ha stabilito la Corte Costituzionale pronunciandosi sui due conflitti di attribuzione (relativi alla stessa delibera) sollevati dal giudice di pace di Viterbo, nell'ambito di un procedimento penale per diffamazione, e dal Tribunale di Roma, nell'ambito di un procedimento civile.

La Consulta sottolinea come, secondo ''costante giurisprudenza'', le dichiarazioni rese da un parlamentare fuori dalla Aule ''sono coperte dalla prerogativa dell'insindacabilità'' prevista dalla Costituzione, ma ''a condizione che esse siano legate da un nesso funzionale con l'esercizio delle funzioni parlamentari''. Infatti, ''l'autonomia delle assemblee parlamentari dalle possibili interferenze di altri poteri (come quello giudiziario deve bilanciarsi con l'esigenza di garanzia del diritto dei singoli alla tutela della loro dignità di persone'', pure questa assicurata dalla Carta.

Nel caso specifico, ad avviso dei giudici costituzionali ''è da escludere che l'insindacabilità copra la complessiva attività politica posta in essere dal membro del Parlamento, poiché ciò trasformerebbe la prerogativa dell'immunità funzionale in un privilegio personale. Ed è evidente che i giudizi formulati dall'allora deputato Berlusconi, si collochino fuori dal confine tracciato''.

La decisione della Consulta riapre di fatto il processo a carico di Berlusconi davanti al giudice di pace di Viterbo.




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