ANNO 25 n° 115
Isee bocciato: l'accompagno non è reddito
Rivoluzione per i contributi rsa e non solo
Il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Renzi, cambia l'erogazione dei servizi
02/03/2016 - 10:22

VITERBO – L'indennità di accompagnamento non fa reddito. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con una sentenza emessa lunedì scorso, che ha bocciato il ricorso del Governo Renzi contro la decisione del Tar del Lazio di un anno fa di dichiarare illegittimi gli articoli del Dpcm 159/2013 al riguardo. Tutti i modelli Isee compilati a seguito dell'introduzione delle modifiche apportate dal Governo Letta, quindi, non possono essere considerati corretti e vanno rivisti.

 

La sentenza del Consiglio di Stato ha esecutività immediata, quindi ora il Governo potrà o intervenire con un nuovo dispositivo normativo che segua la strada indicata dalla magistratura, o lasciare in vigore il modello Isee per il calcolo del reddito introdotto dal Governo Letta, senza però considerare più l'assegno di accompagno come accrescimento del patrimonio personale.

 

Si tratta di una rivoluzione bella e buona. Questa sentenza è destinata a creare uno sconvolgimento totale nell'erogazione dei servizi da parte degli enti locali territoriali ai cittadini: dagli asili nido ai buoni mensa, dall'assegnazione degli alloggi popolari alle rette rsa, i conteggi vanno rivisti. Si va, quindi, verso un vero e proprio stravolgimento dell'impianto messo in piedi da Comuni e Regioni a seguito della modifica dell'Isee.

 

In tema di rette rsa, tra i ricorrenti che l'hanno spuntata, associata ad adiuvandum c'è anche Maria Laura Calcagnini, presidente dell'Aforsat, l'Associazione dei familiari degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali della Tuscia. Che plaude alla decisione dei giudici. ''Una vittoria importante, una soddisfazione per chi in questa battaglia ci ha creduto dal primo momento – spiega -. Va da sè che ora i Comuni dovranno rivedere tutti i modelli Isee presentati dai cittadini per richiedere i servizi e i contributi comunali. Anche per quanto riguarda la determinazione delle rette rsa, le cose adesso cambiano'.

 

Cambiano, e cambiano in maniera radicale. Inserendo l'accompagno nel reddito, infatti, nel caso specifico dei contributi rsa (ma non solo), molti richiedenti si sono ritrovati a sforare le soglie oltre le quali non è previsto contributo, e sono rimasti a bocca asciutta. A Viterbo, per fare un esempio, dopo la sentenza del Consiglio di Stato non saranno più circa 100 i residenti aventi diritto alla compartecipazione del pagamento della retta alle strutture, ma saranno molti, molti di più.

 

Quello dell'indennità di accompagnamento inserito nell'Isee è stato da subito, infatti, uno degli aspetti più criticati del nuovo modello: il titolare di tali contributi, infatti, in molti casi è risultato ''ricco'' e ha perso il diritto a ulteriori aiuti. Per questo motivo la sentenza del Consiglio di Stato di lunedì scorso è stata accolta dai più come un atto mirato a ristabilire un minimo di giustizia sociale.

 

''L'indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunchè – si legge nella sentenza (la camera di consiglio era composta dai magistrati Giorgio Giaccardi, Sandro Aureli, Silvestro Maria Eusso, Alessandro Maggio e Francesco Mele) – nè certo all'accumulo di patrimonio personale, bensì a compensare un'oggettiva e ontologica (cioè indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva) situazione di inabilità che provoca in sè e per sè disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com'è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest'ultimo ed a ristabilire una parità morale e compettitiva''.

 

In realtà la sentenza del Consiglio di Stato, che ha esecutività immediata, ha avuto esito positivo solo per ciò che concerne l'assegno di accompagno da non considerare reddito, come già sancito circa un anno fa dal Tar del Lazio. Per gli altri quesiti è stato invece accolto il ricorso del Governo.

 

''Adesso chiederemo immediatamente un incontro al sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, a cui avevamo già preannunciato tempo fa la possibilità che il Consiglio di Stato confermasse la decisione del Tar sull'Isee – aggiunge Calcagnini -. Viterbo è il Comune più grande e quello che ha maggiori richieste, ma la revisione del modello di conteggio del reddito va rivista ovunque, in ogni amministrazione. Per ciò che concerne il 2015, poi, chiederemo anche la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di contributo, che vanno adeguate alla disposizione del Consiglio di Stato del 29 febbraio scorso, visto che i calcoli fatti in base al nuovo Isee sono da considerare illegittimi. Resta, inoltre, in piedi il ricorso dell'Aforsat – conclude - contro la delibera comunale 142 del 29 aprile 2015, la cosiddetta 'svuota rsa', visto che ancora, nonostante gli impegni di Palazzo dei Priori, non è stato risolto nulla''.




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