ANNO 25 n° 79
Il mondo della scuola ''boccia'' la Valeri
Un'insegnante scrive: ''Se fossi stata in lei avrei lottato con genitori e alunni''
05/10/2014 - 11:33

VITERBO – ''Cosa ne sanno questi signori di come si vive davvero la scuola?''. Inizia così una lettera di un’insegnante all’assessorato all’istruzione e che il movimento Viterbo Civica ha girato alle redazioni dei quotidiani. L’intervento della docente arriva dopo che i presidi hanno bocciato il piano di dimensionamento scolastico previsto dall’assessore comunale Raffaella Valeri e dopo la levata di scudi della settimana scorsa contro l’accorpamento della scuola primaria di via Grispigni con la scuola Volta al quartiere Pilastro.

La docente prima fa una disamina della situazione che quotidianamente sono costretti a vivere insegnanti, alunni e genitori. Poi chiede all’assessore di fare un passo indietro.

“Esistono situazioni di quartieri sovraffollati in cui sono presenti scuole con classi-pollaio dove agli alunni manca anche la possibilità di veder garantito un adeguato movimento fra i banchi – spiega la docente -. Oppure quartieri con plessi scolastici inesistenti, uno fra tutti quello di Santa Barbara, con un elevato numero di bambini e studenti costretti a frequentare altre scuole. Poi ci sono insegnanti senza continuità didattica, classi numerose frutto della riforma Gelmini. E ancora gravi rischi qualora un bambino volesse tornare a casa da solo: le aree esterne alla maggior parte degli istituti sono senza parcheggio”.

E allora la docente si chiede. “Chi parla di dimensionamento, ne parla con cognizione di causa? – prosegue - Non lo credo. Non credo sappiano che l'alto tasso di dispersione scolastica che abbiamo nelle scuole superiori dipende proprio da ciò che non si è avuto in maniera oculata e saggia nella Scuola Primaria e Secondaria di I grado. Non credo sappiano che nelle scuole manca di tutto e che il poco che si ha è frutto dei “conti della serva”, dei contributi “volontari” chiesti ai genitori, che spesso sono gli insegnanti stessi ad acquistare materiali di cancelleria e che regalano libri di testo ai ragazzi i cui genitori sono impossibilitati all'acquisto perchè senza lavoro. E di tutto ciò, aggiungo, le colpe non sono da imputare ai dirigenti o tanto meno ai docenti che fanno salti mortali per garantire una scuola che sia almeno decente. Potrei continuare quest'elenco all'infinito e sono certa che tutti si riconoscerebbero in situazioni che si vivono quotidianamente anche se non si è professori, genitori o studenti”.

Tuttavia a detta dell’insegnante l’assessore si preoccupa di “Seguire i diktat di un sistema scolastico che non va e di consolidare il dimensionamento proposto dalla Regione. Sarò antica e forse piena di ideali ormai morti e sepolti, ma se fossi nei panni dell’attuale assessore avrei lottato al fianco della componente scuola mi sarei fatta in quattro per ottenere quei diritti ad un'istruzione adeguata che sono ovvietà e che non riguardano solo l'apprendimento ma anche, e soprattutto, la semplice vivibilità della scuola”.

Quindi l’amara conclusione: “Prima che si pronuncino parole come scuola, dimensionamento, plessi sarebbe auspicabile ritornare a sedere fra i banchi perchè non basta possedere lauree o titoli vari per avere la garanzia di aver raggiunto una competenza in materia”.




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