ANNO 25 n° 89
''I banditi erano pronti a sparare''
Le pistole sequestrate avevano il colpo in canna. Il comandante del Norm: ''Neutralizzati in tempo grazie alla professionalità dei carabinieri operanti''
12/08/2013 - 16:18

VITERBO – (ale.ser.) “Un dispositivo riuscito alla perfezione grazie a uomini addestrati che, nel tempo di due minuti e venti secondi, sono riusciti ad isolare e neutralizzare tre rapinatori. Pronti a sparare”. Tant’è che sia la 38 special che la whalter di origine tedesca sottoposte a sequestro avevano il colpo in canna.

Ad illustrare i dettagli dell’operazione “Mercato di Ferragosto”, che ha consentito di catturare gli autori del colpo messo a segno al Mercatone Uno di Monterosi, è stato il tenente Umberto Filetto, comandante del Nucleo radiomobile di Ronciglione.

La rapina del 9 agosto scorso era stata pianificata a tavolino. “Prima di entrare in azione – ha spiegato il comandante del Norm – i tre banditi hanno svolto almeno tre ricognizioni sul posto”. Studiando perfettamente tutte le possibili vie di fuga. “Dal Mercatone Uno di Monterosi, passando per la Cassia, avrebbero impiegato solo venti minuti per raggiungere il quartiere di Tor Bella Monaca, dove risiedono”.

“Sono arrivati al centro commerciale a bordo di due scooteroni – ha aggiunto Filetto – ma abbiamo il sospetto che avessero anche un’auto di copertura”. Erano le 17,30 e l’apparato militare era già dislocato: il maresciallo Mario Della Corte, in borghese, alla cassa della gioielleria e due pattuglie all’esterno del Mercatone Uno. I banditi, volto travisato da casco, occhiali e grosse sciarpe, fanno irruzione. Della Corte si finge un normale cliente, dà l’allarme agli altri colleghi e riesce a far defilare tutti gli avventori dell’esercizio commerciale. Nel frattempo i banditi arraffano 500 euro contanti dalla cassa e qualcosa come 50mila euro in monili d’oro.

“C’erano molte persone. Anziani e intere famiglie. E’ stato grazie alla professionalità e al sangue freddo dei carabinieri operanti se non sono partiti colpi d’arma da fuoco”, ha sottolineato più volte Filetto. “Al maresciallo Della Corte è stata puntata contro una pistola. I tre arrestati erano pronti a sparare. Si tratta di professionisti”. Che avevano anche pensato a cospargere di colla i guanti indossati per non lasciare impronte digitali. Ma avevano il fiato sul collo.

“I tre soggetti erano attenzionati da circa una settimana”. Così come le loro utenze telefoniche. Sapevano, i militari di Filetto, che sarebbero entrati in azione a giorni. Per questo era stato predisposto il dispositivo antirapina.

“Qualche giorno prima c’erano state altre due rapine che, per modalità e orari, lasciavano presagire che la banda sarebbe tornata a colpire”. E infatti.

La prima c’era stata il 30 luglio a Tor Bella Monaca, la seconda il 2 agosto a Capena. Fascia oraria identica, 17:30/18:45; bersaglio pure: Mercatone Uno.

“Non abbiamo ancora la certezza matematica che si tratti degli stessi soggetti, ma per dinamica e modus operandi il sospetto è molto forte”, hanno ammesso gli investigatori, rimarcando il profilo criminale dei tre arrestati. Ovvero: E.I.C., 27 anni, romeno, gravato da precedenti specifici (fu autore di una rapina in banca); F.C., 44, romeno, pregiudicato; M.E., 27 anni, romano, residente a Tor Bella Monaca e sottoposto a sorveglianza speciale. 

Adesso, mentre le indagini sono ancora in corso (“stiamo svolgendo verifiche sui tabulati telefonici per capire se ci sono complici”), il maresciallo Della Corte e i colleghi che hanno acciuffato i tre rapinatori hanno ottenuto un importante riconoscimento dal Comando generale dell’Arma.

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