ANNO 25 n° 88
''Forza Italia riparte ma basta litigi''
L'incontro con Tajani della corrente Battistoni: ''Per vincere stop ai personalismi''
06/12/2015 - 10:42

VITERBO – ''Basta polemiche, basta litigi, è anche per questo che Forza Italia ha perso terreno''. E benvenuti a tutti, accomodatevi.

Ponte ponente, ponte pi. Ponte, come questo dell'Immacolata, che però non impedisce ad un centinaio di persone – tra amministratori, ex, militanti e simpatizzanti – di riempire la sala Franco Benedetti di Palazzo Gentili. E pi come pazienza, perché non impedisce ai suddetti coraggiosi di aspettare (tranne Piero Camilli, che se ne va prima) ben oltre l'orario concordato l'ospite d'onore. Quell'Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento europeo e del Partito popolare europeo, ma qui soprattutto nelle vesti di potentissimo esponente di Forza Italia, che si attarda dopo l'incontro a Caffeina polis con un altro potentissimo, ma del Pd, Fioroni Giuseppe detto Beppe.

Ma in fondo, dalla Fondazione Carivit in via Cavour alla sede della Provincia in via Saffi sono due passi in allegria, nel primo, vero, sabato di shopping natalizio.

Arriva Tajani, e sono applausi e le polemiche con quell'altra parte del partito (quella che fa capo a Giulio Marini e che per bocca di Claudio Ubertini, alla vigilia dell'incontro di oggi, aveva contestato le modalità e i tempi di convocazione) sembrano dimenticate. Sembrano.

Qui i padroni di casa sono il coordinatore comunale Gianni Arena – uno che parla già da sindaco - quello provinciale Dario Bacocco, e soprattutto Francesco Battistoni. Che si riserva francescanamente (appunto) l'umile ruolo di moderatore, e che presenta Tajani alla platea in modo morbido: ''Antonio è stato l'unico, vero, coordinatore regionale di Forza Italia''. Altri applausi. (Ad onor del vero, va ricordato che Battistoni per Tajani svolge anche il ruolo di assistente parlamentare in quel di Bruxelles).

Comunque, lo stesso vicepresidente del Parlamento europeo e del Ppe, risponde a coppe: ''Voglio dare merito a Francesco di aver avuto il coraggio di cacciare dalla Regione i ladri del centrodestrra, e ne ha pagato le conseguenza sulla sua pelle. Ma per fortuna c'è un giudice non solo a Berlino, ma anche a Roma e a Viterbo, e ha dato ragione a Francesco''. Il riferimento ovvio, è al caso Fiorito, ma i riferimenti alla ''ragione'' fanno pensare che alla fine Tajani sia anche compiaciuto del fatto che il partito, nella Tuscia, abbia preso una certa piega. Questo, per gli amanti del retroscena pruriginoso.

Insomma, Forza Italia – o questa parte di – ambisce, anela, assalta. ''In primavera ci sono le elezioni amministrative in 23 Comuni – si lancia Bacocco – e noi proveremo a vincere. Perché si può anche ripartire dal locale per tornare ad imporci anche a livello nazionale''. Già, i fasti del passato non restano poi neanche troppo sullo sfondo, e la versione premier di Berlusconi, benché nessuno curiosamente lo nomini né per nome né per cognome, è il riferimento costante.

Ma torniamo alle beghe locali. Alla Grande Guerra Battistoni-Marini che una volta si combattè con l'atomica ma che oggi è tornata alle fionde, un conflitto a bassa intensità, ma esistente: ''Anche a causa dei personalismi il nostro elettorato si è spostato verso altri lidi, quelli che cavalcano il populismo – attacca Arena – Basta con le prime donne, con chi si picca alla prima occasione. Qui stiamo ricostruendo il partito, con una serie di eventi e di incontri nelle piazze, e nei quartieri, perché questa amministrazione comunale è latitante. Se riusciamo a smetterla coi litigi un domani potremmo riconquistare il Comune di Viterbo, la Provincia e la Regione''. Magari anche il mondo, perché no?

Bacocco, dal canto suo, assicura e/o rassicura: ''In futuro faremo anche i congressi, ma quello che conta adesso è occuparci dei problemi dei cittadini, degli imprenditori''. Della serie: per contare le tessere ci sarà tutto il tempo. Il consigliere provinciale Sandrino Aquilani è addirittura mistico: ''Il tetto di una casa va rifatto quando splende il sole''. Bello, però insomma, qualcuno dovrebbe ricordare che lo stesso Sandrino in Provincia vota spesso e volentieri con la maggioranza di centrosinistra (per esempio sull'ultimo bilancio): forse è per questo che lo chiamano ''il padrone di casa?''.

C'è anche il capogruppo in Regione Aurigemma, che manda un messaggino affettuoso a Daniele Sabatini: ''La Tuscia non è rappresentata in consiglio regionale non per colpa dell'elettorato, ma perché chi è stato eletto coi nostri voti poi ha fatto altre scelte''. Insomma, il clima è questo.

Chiude Tajani, ecumenico: ''Dobbiamo avere il coraggio e la forza di ammettere i nostri errori a livello locale e nazionale, perché ne abbiamo fatti. Solo così si può ripartire. Ai cittadini non importa nulla dei nostri litigi personali''. Ai cittadini no, in effetti.

 




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