ANNO 25 n° 111
''Fatica e divertimento col Focarone''
La catasta di legna alta sei metri è pronta, parola del presidente Sambuci
13/01/2016 - 10:28

VITERBO – ''Fatica, ma anche divertimento. Il Focarone è questo'', parola di Gabriele Sambuci. E' lui il presidente del Comitato Festeggiamenti Sant'Antonio, l'uomo che ha corso più della lepre lo scorso 17 gennaio nell'intento di toccare per primo lo stendardo del santo posizionato, nel ferreo rispetto dell'usanza, in cima alle scale di accesso alla chiesa.

 

Ogni volta, da che mondo è mondo, la guida della squadra che si occupa della festa se la sono giocata così. ''In realtà – ci racconta Sambuci – da diversi anni la corsa è più che altro un gesto simbolico, perché la scelta del presidente viene concordata all'interno del comitato a tavolino''.

 

Sabato 16 gennaio Focarone, da segnare in agenda. Una tradizione bagnaiola, diventata evento ''mondano'' a cui partecipa un mix di gruppi e sottogruppi cittadini piuttosto trasversale. Nella piazza centrale, quella grande subito fuori le mura del borgo, tutto è pronto. La catasta di legna da ardere, alta sei metri e con una circonferenza di trenta, è in attesa della scintilla in programma per le 18,30. I festeggiamenti inizieranno poco primo, con gli sbandieratori di Viterbo pronti a esibirsi dalle 17. Una volta ''appicciata'' la fiamma tutto andrà da sé, sotto gli occhi attenti dei sessanta ragazzi del Comitato. A loro il compito di sorvegliare il fuoco, servire agli stand le portate tipiche di questa nottata da leoni: pecora alla brace, salsicce, fagioli e ad annaffiare il tutto vino rosso.

 

Immancabile l'accompagnamento musicale. Si apre con gli ''Sbronzi di Riace'', già intervenuti più volte all'appuntamento ''gennarino'' a Bagnaia. A seguire gli Rsc, un gruppo che fa ska/punk e in chiusura una chicca: gli ''Airon Mais''; noti al grande pubblico per aver partecipato a Extrafactor, programma in onda subito dopo X Factor.

 

Ma tutto ruoterà, come sempre, intorno a un maxi fuoco; capace di scaldare l'area dell'intera piazza. Una montagna di legna, dietro a cui si cela un lungo lavoro durante l'anno. ''Iniziamo con l'accatastamento subito da febbraio – spiega il presidente -. Si tratta sempre di alberi donati, essenzialmente pini e castagni. Quando qualcuno ha un albero che si sta seccando o comunque caduto ci chiama e dona la legna per il Focarone. E' un lavoro che portiamo avanti, con i membri del Comitato, da febbraio a primavera e poi da settembre a dicembre''.

 

La legna viene conservata in un capannone messo a disposizione dall'azienda agricola Manca, che dà supporto a questi ragazzi – tutti hanno età comprese tra i 18 e i 30 anni – anche con i mezzi per il trasporto. ''Partecipare a questa tradizione significa fare una cosa per Bagnaia ma anche divertirsi molto. L'augurio è che l'edizione 2016 veda la partecipazione di tante persone, noi come al solito ce la metteremo tutta''.




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