ANNO 25 n° 110
Dopo due anni le famiglie delle vittime
aspettano ancora l’inizio del processo
Il giovane che guidava è accusato di omicidio colposo plurimo
24/04/2014 - 10:08

SORANO (GROSSETO) - Sono passati due anni esatti dall’incidente stradale sulla Commenda in cui persero la vita Valentina Floriani, 21 anni, sua cugina Martina Saletti, 20, e Alexandra Cracaileanu, 23, tre ragazze di Sorano, amiche inseparabili. Nella notte tra il 21 e il 22 aprile 2012 le ragazze erano dirette verso una discoteca alle porte di Viterbo, con una quarta amica, seduta davanti, Rachele Guerrini. Al volante, invece, un ragazzo di origine ucraina, Serhiy Hlyas. E a due anni dalla tragedia il processo non è ancora iniziato, non è stata fissata nemmeno l’udienza preliminare. 

L’INCIDENTE - Quella tragica notte, l’Opel Astra guidata da Serhiy non è mai arrivata in discoteca. Mancavano solo poche curve, appena dieci chilometri dopo i cinquanta già percorsi da Sorano. In quel punto, al km 6500 della strada Commenda, nel comprensorio di Montefiascone, la strada fa una curva, in pendenza solo per metà. L’auto la imbocca ma le ruote di sinistra non trovano appoggio. Il mezzo capotta e dopo un volo di 90 metri finisce in un fosso. Valentina e Martina muoiono sul colpo; Alexandra dopo due giorni di agonia all’ospedale di Belcolle e Rachele e Serhiy si salvano. 

LE INDAGINI - A settembre 2012 la chiusura delle indagini. Il pm non ha dubbi: Serhiy Hlyas aveva bevuto, come era risultato anche dall’alcoltest, e viaggiava anche troppo forte per quel tipo di strada. I capi d’imputazione sono gli stessi che erano scritti sull’avviso di garanzia notificato subito dopo la strage, all’indomani della dimissione dall’ospedale viterbese: omicidio colposo plurimo e violazione del codice della strada per alta velocità e guida in stato di ebbrezza. Ed è da quel settembre 2012 che le famiglie delle vittime attendono che il caso entri in un’aula di tribunale. Un lasso di tempo immenso.

LO SFOGO DEI PARENTI DELLE VITTIME - ''Ancora non è stata fissata nemmeno l’udienza preliminare – ha spiegato al Tirreno Giuliana Zamperini, la madre di Valentina, che parla anche a nome della sorella Manuela, madre di Martina, e di Mariana, madre di Alexandra. E’ davvero una vergogna. Siamo delusi, arrabbiati, angosciati. Per noi il processo e tutta la fase giudiziaria sarà una parentesi sgradevole, non semplice da rivivere. Dovremo rivederlo in faccia, lui. Ma almeno ci potrebbe dare un minimo di serenità e un minimo di giustizia per queste ragazze''.

Con Serhiy i rapporti si sono interrotti quella tragica notte. ''Non è venuto mai a parlarci, non si è mai scusato – ha continuato la signora Giuliana. Dopo l’incidente sapevamo che era grave, che era ricoverato e cercammo un contatto con i suoi genitori. Volevamo andarlo a trovare in ospedale, anche per capire cos’era successo. Ma lui cominciò a dire che non ricordava, poi iniziò a dare versioni diverse. E quindi abbiamo tagliato i rapporti. Ora lui si è sposato, lavora, si è rifatto una vita. E le nostre figlie sono morte, senza avere giustizia''. 

Da subito le famiglie delle vittime hanno più volte chiesto contro di questo ritardo della giustizia, ma dal tribunale hanno risposto che la mole di lavoro è tanta e che dovranno aspettare. ''Dicono che il tempo aiuta – conclude la mamma di Valentina - ma non per noi. Ogni giorno si sta sempre peggio. Noi tre mamme ci troviamo spesso, siamo unite. Ricordiamo le nostre figlie, belle e sorridenti, e ci chiediamo perché. Il perché di questo destino e il perché di quest’attesa''.




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