ANNO 25 n° 88
Domani e' un altro giorno
<<<<<< di Massimiliano Capo >>>>>>
19/05/2014 - 12:30

di Massimiliano Capo

Ecco, oggi è uno di quei giorni di cui cantava Ornella Vanoni, uno di quelli in cui ti prende la malinconia che fino a sera non ti lascia più lalalà.

Sarà perché il sole è velato e c’è vento e domani torna la pioggiama a me oggi viene solo voglia di ricordare, di ripensare, insomma di spingermici fino in fondo dentro la mia malinconia. Così, per vedere cosa c’è.

Mi succede di rado perché a viaggiarci dentro si rischia di fare bilanci e io a fare bilanci non sono capace e nemmeno mi divertegranchè.

Mi sembra sempre di tirare linee, di concludere, di metter punti laddove linee conclusioni e punti non dovrebbero avere albergo perché la vita è un flusso e alla fine tutto a qualcosa è servito e anche non fosse così ormai è andata e allora inutile star lì a far la contabilità delle cazzate fatte, tanto alla fine solo di quelle ci viene voglia di tener conto perché alle gioie pensiamo sempre ed ergo di numerarle sticazzi.

Insomma, tornando a noi che alla fine divago sempre e non arrivo mai al punto, nella mia malinconia ci sto girando da qualche ora ormai, interrotto solo dal pranzo dalla tele che trasmette le stanche partite dell’ultima giornata di campionato da qualche lettura casuale e svogliata per poi tornare dai pensieri dolci e amari che stanno con me da ieri sera.

a guardarci dentro, nella mia malinconia, io ci trovo tanta musica, qualche libro, molti occhi, qualche sguardo bagnato, tanti sorrisi e un tot di spalle di quelle tipo quando ti saluti e sai che è tutto finito e allora la guardi andare via e lei scende le scale di casa tua e avresti voglia di chiamarla e dirle che è tutto uno scherzo che no, non è finita, di tornare indietro e correre di nuovo su e farci subito l’amore e cancellare quello scazzo e ricominciare come non fosse successo mai niente e invece lei continua a scendere le tue scale e non si volta e tu non la chiami e allora ti scendono le lacrime perché ogni fine son cazzi per tutti e domani èun altro giorno e si vedrà ma già lo sai che sarà un giorno di merda perché la solitudine è una strana compagna che ti guarda con quegli occhi strani che non sono i suoi occhi, quelli che hai visto ridere dentro ogni volta che ti sei svegliato e che lei era lì a dividere con te il tuo letto e le tue cose e te la ritrovavi sveglia a guardarti come fossi la cosa più importante della sua piccola vita e a te sembrava cosi naturale che pensavi che sarebbe stato per sempre così e per sempre lo era stato, tipo il tempo sospeso dell’amore quello che nemmeno Sant’Agostino avrebbe saputo spiegare e infatti ci ha rinunciato.

Ecco, nella mia malinconia ci sono un tot di spalle che scendono, di culi che ondeggiano assecondando il ritmo delle scale, di fazzoletti lacrimati e sporchi di trucco e quella sensazione stronzache ti prende dentro e ti contorce le budella e ti sembra tutto inutile quasi che non hai voglia di veder nessuno e poi passa il tempo e ti torna la voglia e allora riparti e vuoi conoscere la tuanuova ragazzina dai capelli rossi che più rossi non si può e quelle scale vuoi risalirle correndo col suo culo davanti e le sue spalle che salgono al ritmo del desiderio e del piacere e lei che arriva prima davanti alla tua porta perché tu non hai più l’età per le scale a piedi e allora lei si gira e ti guarda col sorriso e ti dice senza aprir bocca dai apri quella cazzo di porta e tuffiamoci sul tappeto e riempiamoci di baci salivosi e facciamo l’amore rotolandoci fra il casino dei libri e insomma è di nuovo amore e la giostra riparte e da quel cavallino che danza non vorresti scender mai nemmeno quando fa buio e la giostra spegne le sue lucine tristi e che a te sembrano le più belle del mondo solo perché le vedi riflesse nei suoi occhi scuri e densi.

E adesso che ho quasi finito la mia cartellina, che finalmente il foglio bianco si è riempito delle battute che mi sono impegnato a consegnare alla mia redattrice fashion (blogger) mi è venuto un dubbio perché a parlare si fa presto ma bisogna usare la parole giuste perché le parole hanno un peso e bisogna esser precisi e allora.

E allora ho preso in mano un vocabolario, di quelli di carta, fitti di pagine fitte di parole e ho cercato la definizione corretta di malinconia perché non mi andava di sbagliare e di scriverepensando di parlare di una cosa e scoprire invece di essermi dilungato su altro perché la mia di malinconia (e il vocabolario mi ha confortato che anche la mia è malinconia) ha il sapore dolce e amaro di un tramonto al mare con la zuppa di crostacei nel piatto e la cocacola light nel bicchiere e le chiacchiere stanche dopo un giorno in spiaggia che ti verrebbe voglia non finisse mai e invece tra poco è buio e su quel rosso fuoco e quel blu cobalto scenderà la notte e allora saranno solo stelle e un ricordo da portare con sé per quell’attimo di armonia che ci ho pensato su mentre ero sul divano perché lo ha detto Frank Underwood dentro House ofCards nella puntata che ho visto ieri sera e io che ero lì mi sono detto che era quello che stavo cercando di dire e chequell’armonia che dura un momento è un momento imperdibileinciso nel cuore.

Insomma, la mia malinconia ha a che fare col tempo che passa e che non torna più e che a pensarci su sempre un po’ ci spaura eallora ci vien voglia di vivere più a fondo ogni cosa, di non lasciar nulla di non detto, di appassionarci a disegnare nuove armonie e a progettare nuovi ricordi.

Perché così anche la malinconia è dolce. E dolce è il sapore della vita di chi si vuole bene.




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