ANNO 25 n° 116
Crisi in Comune, diplomazie al lavoro
L'ipotesi della giunta a 8 è la più gettonata, ma non entusiasma Michelini
01/06/2015 - 11:27

VITERBO - Le diplomazie sono al lavoro per smussare gli angoli e per ammorbidire le (reciproche) intransigenze. In definitiva per trovare la famosa quadra che possa permettere di uscire da un'impasse che si trascina da troppo tempo. La verifica a Palazzo dei Priori che sembrava in dirittura d'arrivo con l'annuncio del sindaco Michelini sulla nomina del settimo assessore (Alessandra Zucchi) e con le dimissioni della presidente del consiglio comunale Maria Rita De Alexandris, è tornata nuovamente in alto mare: le esigenze dei serrian - panunziani non sembrano soddisfatte da questi aggiustamenti, che avrebbero previsto anche la nomina del capogruppo Serra sullo scranno più alto della Sala d'Ercole. Niente da fare: per riequilibrare le presenze in Giunta tenendo conto dei numeri del gruppo del Pd (5 fioroniani e 7 tra renziani e sinistrorsi) serve altro. Tanto più, è il ragionamento che si fa nei dintorni di Serra, che all'ex ministro dell'Istruzione fanno direttamente capo il vice sindaco Luisa Ciambella e l'assessore Alvaro Ricci. Quindi, o si ridimensiona il peso della Luisa Merkel della Tuscia o c'è bisogno di un ulteriore ingresso in Giunta, magari di un esterno (Sandro Mancinelli?).

 

E qui si innesta la diretta responsabilità del primo cittadino che vedrebbe come il fumo negli occhi l'allargamento della Giunta, dopo che si era arrivati abbastanza faticosamente ad un dimagrimento. E allora si torna al punto di partenza: va trovata una mediazione che permetta a tutti gli attori di salvare la faccia. D'altronde, ogni mediazione è fatta di reciproci passi avanti in cui qualunque protagonista cede qualcosa e ottiene qualcos'altro. Altrimenti, se tutti restano ancorati sulle proprie posizioni, si finisce al muro contro muro che non porta da nessuna parte. Riunioni, telefonate, incontri: se ne vedono e se ne sentono di tutti i colori in questi giorni. Ma passi in avanti concreti al momento se ne vedono pochi.

 

Intanto, c'è da registrare che in casa Pd la situazione (nonostante i buoni propositi e il caramelloso comunicato del segretario regionale Fabio Melilli dopo l'incontro con Serra, il segretario provinciale Andrea Egidi e il segretario comunale Stefano Calcagnini) si è tutt'altro che rasserenata. L'altra sera, al convegno organizzato dalla segreteria provinciale e dagli onorevoli Terrosi e Mazzoli, non si è vista ombra di fioroniano. Come se la faccenda non li riguardasse. Eppure si parlava degli effetti della riforma Delrio sulla Provincia, ente appena riconquistato con la presidenza di Mauro Mazzola e con un risultato di notevole portata. Molto probabilmente se ad organizzare quel convegno fosse stato l'ex ministro, si sarebbero visti solo suoi seguaci. Una incomunicabilità da separati in casa che non solo non si incontrano (quasi) mai, ma che per di più si scontrano all'arma bianca in ogni circostanza. Con una conseguenza molto semplice: la quadra va trovata necessariamente prima all'interno dei democrat e poi nell'amministrazione comunale.




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