ANNO 25 n° 89
Confiscati immobili per 18 milioni di euro
Appartenevano a Lorenzo Pintore, un pluripregiudicato residente a Tarquinia
02/03/2015 - 11:17

TARQUINIA – E' stato confiscato dallo stato il patrimonio da 18 milioni di euro tra aziende e abitazioni, sequestrato tre anni fa a Lorenzo Pintore, 68 anni, originario di Sassari ma da molto tempo residente a Tarquinia. Con il decreto di confisca, emesso dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione, tutti i suoi possedimenti sono definitivamente diventati di proprietà dello Stato. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Roma e del Servizio centrale investigazioni criminalità organizzata.

 

Ben 23 le unità immobiliari confiscate tra Roma, Guidonia Montecelio, Capena, Ladispoli, Cerveteri, Santa Marinella e Tarquinia. E ancora: cinque auto, due società commerciali, quote societarie di quattro persone giuridiche, rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni. Il tutto, come detto, per un valore complessivo pari a 18 milioni di euro. Il Tribunale di Roma ha, inoltre, disposto per Pintore l'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno per la durata di due anni.

 

L'operazione dalla guardia di finanza, cui hanno preso parte anche la stazione navale di Civitavecchia, fa seguito a quelle che vengono definite ''plurime evidenze investigative'' che avrebbero consentito di qualificare Pintore come ''specializzato nel settore delle truffe immobiliari''.

 

Secondo gli investigatori, in qualità di promotore finanziario di società operanti nel settore della compravendita immobiliare intestate a prestanome, l’uomo ha incassato acconti dai suoi clienti. Subito dopo faceva perdere le sue tracce, rendendo impossibile la stipula degli atti notarili. In altre occasioni ha lievitare il prezzo di ville attraverso ripetute vendite fasulle, a favore di prestanome, fino a giungere all’ultimo acquirente che richiedeva il mutuo che non veniva rimborsato.

 

Una vertigine di operazioni tanto ingegnose quanto spregiudicate, i cui ricavi venivano investiti da Pintore in operazioni ''pulite'' finalizzate ad accrescere il suo patrimonio.




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