ANNO 25 n° 115
Cocaina, stroncato giro attivo anche a Viterbo
Eseguiti 8 arresti e 9 denunce, arruolavano corrieri anche minorenni
10/04/2015 - 10:19

VITERBO - Per importare cocaina in Italia, ''arruolavano'' corrieri, anche minorenni, dopo un addestramento. Solo chi superava le prove poteva entrare a far parte dell'organizzazione che poi agiva in molte province del Centro e del Nord Italia, tra cui Viterbo.

 

Gli aspiranti trafficanti dovevano imparare a ingoiare ovuli: lo facevano ingerendo pezzi di carote con lo stesso diametro degli ovuli in cui veniva messa la cocaina. Uno di loro era stato scartato per essersi rifiutato di sottoporsi alla prova, il particolare è emerso dalle intercettazioni telefoniche. Dietro a tutto questo c'era un gruppo di dominicani.

 

L'attività del ''cartello'' è stata stroncata dai carabinieri della Spezia, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova. All'operazione, denominata ''Caribbean gold'', conclusa stamani, hanno partecipato 100 militari e unità cinofile.

 

Otto le persone arrestate (due sono ai domiciliari) e nove quelle denunciate. Gli arresti sono avvenuti: cinque alla Spezia, due a Massa Carrara e uno a Firenze. L'inizio delle indagini nel 2013 con l'arresto di uno spacciatore. In Italia, con trolley e ovuli ingeriti, i dominicani avevano portato 16 chili di cocaina. I trafficanti arrivavano agli aeroporti di Milano Malpensa, Verona e Pisa e portavano fino a 2,5 kg di coca a viaggio.

 

L'organizzazione aveva ramificazioni anche in Svizzera: tredici corrieri sono stati fermati al confine con il paese elvetico. Il gruppo agiva in molte province del Centro e del Nord Italia: Verbania, Spezia, Massa Carrara, Livorno, Firenze, Perugia, Viterbo. La cocaina arrivava in Italia pura e veniva tagliata alla Spezia con il Levamisolo, un potente medicinale per uso veterinario che se ingerito in grosse quantità può essere letale. Gli appartenenti all'associazione pagavano i fornitori con la tecnica dello smurfing, il frazionamento delle somme di denaro, che venivano inviate nella Repubblica dominicana attraverso un money transfer della Spezia. Gli inquirenti hanno calcolato un giro d'affari di circa tre milioni di euro.




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