ANNO 25 n° 115
'Bilancio, aperto al confronto con tutti''
Il sindaco Michelini a opposizione e maggioranza: ''Disponibile a discutere
tutti gli emendamenti purché siano ragionevoli nei contenuti e nel numero'
12/08/2015 - 09:34

VITERBO – Un fascicolo, tra i tanti, spicca sulla scrivania del sindaco Leonardo Michelini. Sul frontespizio c’è scritto: ''Bilancio di previsione 2015''. E’ il segno che è partito il countdown verso l’appuntamento più significativo, ma anche più temuto, per tutte le amministrazioni comunali. Il 20 agosto, ferie permettendo, il documento contabile approderà in aula consiliare. E le opposizioni, ma anche qualche frangia della maggioranza, si stanno attrezzando per scatenare un Vietnam in salsa viterbese. Per ultimo il capogruppo e unico consigliere pentastellato, Gianluca De Dominicis, ha annunciato ben 2mila emendamenti. Forza Italia, Fratelli d’Italia e FondAzione, che in occasione dell’approvazione delle aliquote Irpef e tasse varie, di emendamenti ne hanno presentati circa 10mila, potrebbero fare di peggio. Insomma, per Michelini la maratona consiliare di trenta ore di qualche giorno fa potrebbe essere solo l’assaggio di ciò che lo aspetta.

 

Sindaco, teme l’appuntamento sul bilancio?

 

''No. Sono consapevole che si tratta di un passaggio delicato, ma sono altrettanto convinto che alla fine sarà approvato. Mi rendo conto che è un bilancio sotto alcuni aspetti pesante per i cittadini, ma è l’unico ragionevolmente possibile''.

 

Non teme nemmeno l’offensiva delle opposizioni ed eventuali agguati di pezzi borderline della maggioranza?

 

''Alle opposizioni e agli stessi consiglieri di maggioranza rivolgo un invito: presentate un numero ragionevole di emendamenti, avanzate proposte di qualità, attinenti con il bilancio e, soprattutto, compatibili con la realtà. Di contro io m’impegno a non usare la 'ghigliottina' e a discuterli tutti. Ciò che propongo è un atteggiamento positivo da parte di tutti. Così si svilupperà un dibattito costruttivo nell’interesse della città e dei viterbesi. Poi ognuno voterà secondo i propri convincimenti. Così il ruolo del consiglio comunale non sarà mortificato dal solito muro contro muro e diventerà complessivamente più credibile. Nei prossimi giorni farò una serie di telefonate per proporre questo metodo di lavoro. Vedremo quali saranno le risposte''.

 

Quanti dovrebbero essere gli emendamenti?

 

''Potrebbero essere 10 o 20 e tutti qualificanti. Se la mia proposta fosse accettata e le opposizioni dovessero presentare una o più proposte serie e costruttive, la maggioranza non potrebbe che votarli e viceversa. Altrimenti ci si esporrebbe a una figuraccia con l’opinione pubblica''.

 

Lei ha parlato di un bilancio sotto alcuni aspetti pesante, qual è il punto più critico?

 

''Abbiamo dovuto applicare 2 milioni e 350mila euro le tasse. E’ un fatto ineludibile e chi sostenesse il contrario direbbe una falsità. Negli ultimi anni si è verificata l’inversione di una tendenza storica: non è più lo Stato centrale a finanziare i comuni, ma sono questi ultimi a dover finanziare lo Stato. In pratica, siamo diventati degli esattori. Come ha scritto di recente la Corte dei Conti, i comuni danno allo Stato più di quanto ricevono e questo o causato un aumento spropositato della tassazione, in particolare sull’addizionale Irpef e delle tariffe''.

 

Qualora la sua proposta non fosse accolta, la maggioranza, con le sue molte fibrillazioni, è in grado di reggere l’urto delle opposizioni?

 

''Direi di sì. Abbiamo da poco tempo portato a termine una verifica sfociata in un rimpasto di giunta, con l’ingresso degli assessori Sonia Perà e Alessandra Troncarelli, inoltre è stato eletto il nuovo presidente del consiglio Marco Ciorba. Mi sono adeguato alle richieste dei partiti e dei movimenti perché riconosco l’importanza del loro ruolo nella vita amministrativa. Ma deve essere chiaro un punto: ancor più dei partiti la mia stella cometa è e resterà il programma votato dai viterbesi. Su quest’aspetto ero, sono e sarò intransigente: sono qui per realizzare il programma e ci resterò finché lo potrò fare''.

 

Quanto le divisioni interne ai partiti di maggioranza, in primo luogo del Pd, si ripercuotono negativamente sull’amministrazione comunale?

 

''E’ un dato inconfutabile che ciò sia avvenuto e che potrebbe ancora avvenire. Probabilmente è normale che sia così. Ma ripeto, tutto ciò non deve in alcun modo rallentare o peggio impedire l’attuazione del programma. Non lo accetterei. Sono invece pronto ad accogliere tutti i suggerimenti programmatici che dovessero arrivare dal mondo politico''.

 

Quali sono i suoi principali obiettivi per il 2016?

 

''In primo luogo la riapertura del Teatro dell’Unione. La tabella di marcia che ci eravamo dati è saltata poiché dal 3 giugno, per la nota inchiesta sui rifiuti, non abbiamo più avuto il dirigente del settore lavori pubblici. Contiamo comunque di ultimare gli interventi nei primi mesi del prossimo anno. La mia amministrazione deve essere quella che ha riaperto il Museo Civico, che ha dato il proprio contributo alla riapertura del Gran Caffè Schenardi e che riaprirà l’Unione. Stiamo lavorando a un altro paio d’iniziative di grande portata che non posso ancora svelare. Un altro fronte d’impegno sono le aree produttive, in primo luogo il Poggino. A settembre, in ritardo sulle previsioni, dovrebbe essere emesso il bando per i fondi europei. Siamo pronti a presentare le nostre proposte per ottenere finanziamenti comunitari''.

 

Insomma, è ottimista?

 

''Sì, sono ottimista, altrimenti non starie qui. So che è possibile far diventare competitiva tutta la città. Dobbiamo crescere in qualità, capire che non ci sarà più lo Stato a costruire caserme per creare posti di lavori. Solo noi possiamo determinare il nostro futuro. E lo dobbiamo fare con le nostre forze. Per questo ritengo che sia necessario cambiare i viterbesi per far crescere Viterbo''.




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