VITERBO – Le feste hanno attutito il clamore di questa crisi a Palazzo dei priori. Ma la situazione è ancora in bilico, sospesa tra una soluzione positiva (come auspica naturalmente il sindaco) e la rottura definitiva, che dovrebbe essere ancora la tesi dei sette consiglieri ribelli del Pd.

Novità di giornata, poche: se non che non è stata ancora comunicata la data dell’incontro a Roma tra le due parti, gli ed Ds e gli ex Margherita. I giorni buoni sono sempre quelli di inizio settimana, da domani a (più probabilmente) martedì. E’ chiaro che quel vertice in segreteria regionale potrebbe già indicare se la febbre sia ancora alta oppure se sia in calo. Un passaggio necessario prima dell’arrivo fisico di quel Riccardo Tramontana che il vicesegretario Guerini ha deciso di spedire in città per analizzare quello che è successo e fare rapporto.

Domani, intanto, tornerà a riunirsi la giunta, l’unico organo politico-amministrativo che sta cercando di andare oltre la crisi e di continuare a guidare la macchina comunale. Dal punto di vista politico, sarà interessante vedere se saranno presenti gli unici due assessori d’area ex Ds rimaste in squadra, Perà e Troncarelli, che tra l’altro avevano già annunciato di essere pronte a dimettersi. Dal punto di vista amministrativo, invece, si attende un’altra raffica di delibere (furono 7 nell’ultima convocazione), tra cui il provvedimento per scongiurare la chiusura del mattatoio. Un atto che doveva passare dal consiglio comunale qualora si fosse fatto e che invece ora avrà questo passaggio in giunta grazie all’assessore all’Agricoltura Barelli. Salvare il mattatoio vorrebbe dire salvare una dozzina di posti di lavoro diretti e molti di più dell’indotto. Senza dimenticare gli allevatori, che altrimenti sarebbero costretti a portare a macellare altrove le loro bestie, come ha fatto notare indelicatamente un esponente dei sette ribelli nei giorni scorsi.