ANNO 25 n° 88
''Anziani, non fidatevi dei finti agenti di polizia''
La squadra mobile lancia l'allarme sulle truffe ai cittadini più indifesi
25/07/2015 - 11:22

VITERBO - Una telefonata improvvisa, che arriva nel momento in cui la vittima, sempre un anziano, si trova sola in casa. Dall'altra parte della cornetta una persona che si spaccia per agente di polizia comunica che un figlio o un nipote sono finiti nei guai, hanno causato un incidente e non possono essere rilasciati finché non avviene il risarcimento dei danni.

 

Facendo leva sulla fragilità emotiva del malcapitato di turno, i truffatori li convincono così a pagare migliaia di euro, consegnati a un presunto addetto dello studio legale che si presenta all'indirizzo in giacca e cravatta. Il tutto con un'ulteriore accortezza: il telefono della vittima viene bloccato, in maniera tale da impedirgli di mettersi in contatto direttamente con il parente finito teoricamente nei guai per chiedere conferma.

 

Questo il modus operandi di una vera e propria banda composta da almeno tre persone, pronte a fingersi di volta in volta agenti delle forze dell'ordine e avvocati. ''Un fenomeno particolarmente odioso - spiega il capo della squadra mobile Fabio Zampaglione - perché colpisce persone sole, fragili. Negli ultimi venti giorni sono stati registrati già quattro casi, tutto a Viterbo, per un bottino totale di venticinque, trentamila euro''.

 

''A monte della truffa - aggiunge il vicequestore aggiunto Tiziana Cencioni - c'è un lavoro di grande preparazione. Studiano la vittima, telefonano sempre quando sanno che non c'è nessun altro in casa. Vanno a colpo sicuro''.

 

La raccomandazione, rivolta tanto agli anziani quando ai loro parenti, è quella di non fidarsi mai di chi si spaccia per forze dell'ordine se non si è in grado di fare delle verifiche. ''Nel caso specifico di questo tipo di truffa - prosegue Tiziana Cencioni - è importante fare dei controlli telefonici, chiedere conferma al presunto arrestato e alla questura o alla caserma. Visto che il telefono viene solitamente bloccato, è bene utilizzare un cellulare o chiedere aiuto a un vicino di casa''.

 

''I truffatori avvicinano la vittima nei giorni precedenti - conclude Zampaglione - per avere informazioni sulla loro vita privata. Gli anziani, che di solito hanno poche persone con cui scambiare qualche chiacchiera, finiscono per raccontare dettagli personali, nomi di parenti, zona in cui abitano. In questo modo forniscono le basi per mettere in atto il piano: è bene non esporsi mai con degli sconosciuti, potrebbero approfittarne''.

 

In generale, mai aprire a persone sconosciute. Carabinieri e poliziotti che si presentano presso un'abitazione devono esibire un regolare tesserino. E' opportuno chiedere conferma al 112 o 113 sul perché della presenza di agenti fuori dalla porta di casa.

 

Per fronteggiare l’emergenza, la polizia ha stilato un protocollo d’intesa in collaborazione con l’associazione anziani di Confartigianato. All'interno di un opuscolo realizzato dal ministero dell'Interno è inoltre possibile trovare tutte le informazioni necessarie a riconoscere i pericoli ed evitare di farsi truffare.

 

Nei prossimi giorni, inoltre, sono previsti una serie di incontri tra gli anziani e le forze dell'ordine in diversi Comuni, occasione per mettere in guardia le potenziali vittime dai rischi che corrono.




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