ANNO 25 n° 85
"Carnefici piu tutelati delle nostre figlie"

 Riceviamo e pubblichiamo

La giovane donna  uccisa con il figlioletto ad Acquapendente, qualunque siano le ragioni, ci induce a socializzare una ulteriore iniziativa del nostro partito. Infatti, mentre il governo discute di riforme "epocali" della giustizia, il 10 marzo il senatore eletto nel Lazio Stefano Pedica, insieme con il senatore Li Gotti capogruppo IdV in commissione giustizia, ha incontrato al Senato i parenti di giovani donne uccise dai loro partners, o miracolosamente sopravvissute, ma costrette su di una sedia a rotelle, come Filomena De Gennaro, colpita alla schiena dal suo ex fidanzato.

Dai toccanti racconti di chi in prima persona ha vissuto la perdita di una figlia, sorella , madre o figlia sono emerse con assoluta chiarezza quali sarebbero le riforme più urgenti da fare in tema di giustizia, per evitare di aggiungere al danno anche la beffa di una condanna a pochi anni di carcere. Considerando, infatti, tutte le possibilità offerte al reo di ottenere sconti di pena, si può arrivare a scontare per un omicidio non più di sette anni di carcere, mentre per aver procurato una gravissima disabilità alla propria fidanzata si può tornare uomini liberi dopo appena cinque.

Il senatore Li Gotti ha posto l'accento sui progressi fatti in tema di garanzie per l'imputato ma ha sottolineato come altrettanti progressi non siano stati compiuti nell'ambito delle garanzie per le vittime."Nella cosiddetta riforma epocale della giustizia - ha affermato Li Gotti- si chiede che una volta assolti in primo grado, gli imputati non siano più processabili, e questa sarebbe un'ulteriore garanzia per chi è accusato, a discapito della vittima che non potrebbe più proporre ricorso in appello".

Il disegno di legge che IDV ha presentato ieri è scaturito da una richiesta delle vittime di violenza riunite in un convegno dell'associazione "Valore Donna" e mira a correggere le falle del sistema ,garantendo la certezza della pena per chi si macchia di reati gravi come l'omicidio di persone legate da rapporti affettivi o di parentela, modificando l'art. 577 del codice penale in materia di circostanze aggravanti per delitti contro la vita e l'incolumità personale e si riserva di prendere in considerazione anche l'obbligo di allontanamento del reo dal luogo residenza delle vittime o dei parenti delle stesse.

Il Senatore Pedica ha concluso garantendo che la proposta di legge in oggetto verrà sostenuta anche ricorrendo a manifestazioni e presidi di fronte al Ministero di grazia e giustizia.

Al Ministro saranno avanzate richieste di soluzione per i singoli casi anche molto differenti tra loro ,che però richiedono   tutti incisivi e tempestivi interventi. Alla conferenza di presentazione del disegno di legge erano presenti oltre Rita Capponi, responsabile delle aree tematiche dell’indirizzo politico nazionale IDV, la presidente di Valore Donna, Valentina Pappacena, la vicepresidente della stessa associazione Roberta Lerici, responsabile area infanzia e famiglia IDV, e una folta delegazione di genitori e parenti delle vittime, tra cui Clementina Ianniello, mamma di Veronica Abbate, uccisa il 3 settembre 2006 all'età di 19 anni dal suo ex fidanzato, Mario Beatrice, colpita alla nuca con un colpo d'arma da fuoco a bruciapelo e di spalle. In appello il suo assassino è stato condannato a 18 anni, la sentenza è stata annullata con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello di Napoli ed ora si è in attesa del nuovo giudizio; se verrà confermata, Mario Beatrice passerà in carcere solo 13 anni. Letizia Lopez, sorella di Rosaria Lopez, violentata ripetutamente e assassinata il 1° ottobre 1975 nella cosiddetta strage del Circeo da Gianni Guido e Angelo Izzo; il primo dopo appena 5 anni è fuori, il secondo, uscito per un permesso è stato condannato ad un ergastolo per aver ucciso altre due donne, dopo Rosaria. Letizia Marcantonio, madre di Rosanna Jane Wade, uccisa a 19 anni da Alex Maggiolini. E' stata strangolata, strozzata ed il suo cadavere è stato occultato. Maggiolini è stato condannato a 23 anni ma è uscito dal carcere dopo soli 12 anni. Filomena Di Gennaro, sopravvissuta al suo carnefice Marcello Monaco ma costretta su una sedia a rotelle a vita a causa dei danni provocati dai ripetuti colpi d'arma da fuoco con cui è stata raggiunta. Monaco è stato condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione ma trascorreràin carcere effettivamente 5 anni e 4 mesi. Angela Di Natale, madre di Nunzia Castellano, accoltellata a morte il 14 novembre 2003 da Luca Carafa; il suo assassino è stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione, ma ha scontato in carcere solo 10 anni. Alfonso Frassanito, papà di Carmela, violentata a dodici anni e morta suicida un anno dopo: dopo quattro anni, il processo ai suoi violentatori, non è ancora cominciato.

Il fenomeno socio-antropologico del femminicidio è stato fino ad oggi sottovalutato e sottostimato.

La sua intensificazione è esponenziale e dovrebbe far riflettere soprattutto in relazione al recupero dei violenti durante o dopo aver scontato la pena , per evitare la reiterazione dei reati.

Le donne uccise, limitatamente ai soli casi riferiti dalla stampa, sono 439 dal 2006 al 2009; il 76% degli assassini sono italiani e il 41% di essi dopo un gesto così esecrabile si sono tolti la vita o hanno tentato di farlo come nel caso viterbese dimostrandosi così incapaci di gestire le conseguenze del proprio folle gesto.

Ci adopereremo anche come partito locale perché tale proposta possa essere riservata una corsia preferenziale e perché l’approvazione possa essere unanime.

 

Rita Capponi –Coordinamento Provinciale ITALIA DEI VALORI




Facebook Twitter Rss