ANNO 25 n° 89
Un anno senza Nello Celestini
Il ''presidentissimo'' del Sodalizio scomparso il 14 febbraio del 2015

VITERBO – Un anno dalla scomparsa del fondatore del Sodalizio dei Facchini Nello Celestini. Erano le 19,30 di sabato pomeriggio quando il padre del Sodalizio tirava il suo ultimo respiro nella casa del Pilastro. Le sue condizioni di salute, precarie già da tempo, erano peggiorate e in quei giorni si registrò un vero e proprio pellegrinaggio di facchini storici e amici di quello che per molti era soprannominato ''Spolverone''. Novanta anni di età e uno spirito d’acciaio.

 

Santa Rosa è rimasta nei suoi pensieri fino all’ultimo e aveva continuato a seguire le vicende del trasporto e della Macchina anche negli ultimi tempi. Fino al punto di decidere di chiamare Raffaele Ascenzi nel giorno della scelta di Gloria come nuova Macchina. Una telefonata che all’architetto, già facchino, fece un enorme piacere.

 

Nello Celestini in qualche modo è stato il padre del Sodalizio, primo presidente e ancora oggi ricordato nell’ambiente come ''il presidentissimo''. Una realtà nata per sua ferrea convinzione, su sollecitazione e con il sostegno dell’allora sindaco di Viterbo Rosato Rosati. A scrivere lo statuto aveva contribuito anche Rosario Scipio e i fondatori furono tutti facchini gravitanti nell’orbita del consorzio agrario, dove anche Celestini lavorava.

 

A spingere nella direzione della costituzione del Sodalizio i fatti del tre settembre 1986, quando il trasporto rischiò di finire in tragedia proprio davanti al sagrato della basilica dedicata alla patrona. Furono i nervi saldi di Nello, che strappò il microfono dalle mani del costruttore Socrate Sensi (all’epoca erano i costruttori a guidare la Macchina) e infondendo coraggio nei facchini riuscì a evitare il peggio. Quello, se vogliamo, è l’atto di nascita della figura del capofacchino.

 

La tragedia sfiorata fece da humus alla necessità di costruire un qualcosa che permettesse di disciplinare il trasporto, di dare un ordine e maggiori garanzie di sicurezza. Questo, unito alla caparbietà di Celestini e di suoi amici, fece nascere il Sodalizio. Nel giorno di San Valentino di un anno fa Viterbo ha perso un pezzo della sua storia. Due giorni dopo i funerali nella basilica di santa Rosa, piena all’inverosimile. Rappresentanti delle istituzioni, facchini e gente comune. Tutti, sotto la pioggia, a scortare il feretro di Celestini in sfilata davanti alla chiesa della Crocetta e alla casa della patrona. Fermi sui gradini della basilica e in silenzio commosso all’interno per l’ultimo saluto rispettoso.




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