ANNO 25 n° 88
''Il fondo Petroselli all'Istituto Gramsci''
E' l'ipotesi lanciata del segretario provinciale del Pd Andrea Egidi
Il suo predecesso Allegrini propone l'Archivio di Stato di Viterbo

VITERBO – Salvare l’archivio privato di Luigi Petroselli e contestualmente promuovere iniziative per valorizzare la sua figura e la sua opera. E’ nel combinato disposto di queste due azioni, ad avviso del segretario provinciale del Pd Andrea Egidi, che andrebbe raccolto l’accorato appello della signora Aurelia, vedova di Petroselli, per evitare che le carte private (lettere, discorsi, appunti, fotografie e perfino poesie) del primo sindaco comunista di Roma vadano disperse.

 

''Già dall’anno scorso – ricorda Egidi –, in occasione dell'anniversario della morte di Petroselli, dissi che ricordarlo per un’ora non era sufficiente. Che le istituzioni locali avrebbero dovuto e potuto fare di molto di più per onorare un personaggio di quel rilievo''.

 

Per quanto riguarda l’archivio privato, ora custodito dalla vedova 83enne, Egidi dice: ''Quando ho letto il suo appello sono rimasto sconcertato. Credevo che quel materiale fosse già stato acquisito da qualche istituzione culturale e messo a disposizione del pubblico. Personalmente – aggiunge – credo che se ne potrebbe occupare l’Istituto Gramsci che, probabilmente, è già in possesso di altre carte dello stesso Petroselli. Se invece dovesse occuparsene qualche altra istituzione pubblica, il Comune di Viterbo, magari nell’ambito di un progetto concordato con i Campidoglio e la Regione Lazio, l’Archivio di Stato o l’Università della Tuscia andrebbe bene comunque. L’importate – conclude – è che sia adeguatamente studiata, valorizzata e diffusa l’azione politico-amministrativa di Petroselli''.

 

Secondo Angelo Allegrini, predecessore di Egidi alla segreteria provinciale del Pd il posto ''più idoneo per proteggere la memoria di Petrosselli è l’Archivio di Stato di Viterbo''. Presso il quale, peraltro, è conservato un fondo dedicato dello stesso Petroselli, nel quale spiccano le carte del processo e dell’arresto che subì per l’occupazione delle terre della tenuta ''Colonna'' di Bomarzo, avvenuta nell’ottobre 1951. Petroselli restò a Santa Maria in Gradi quaranta giorni. Infine, fu condannato a dieci mesi di reclusione, che però non scontò.

 

Intanto, dopo l’appello della signora Aurelia, si è fatta avanti anche la Comunità di Sant’Egidio di Roma. ''Sarebbe un vero peccato non raccogliere un'eredità che, sotto tanti aspetti, a partire da quelli istituzionali, riveste certamente un grande interesse per la storia della città qual è l'archivio Petroselli - ha scritto in una nota la Comunità di Sant'Egidio -, se nessuna struttura, né pubblica né privata, si è finora offerta, noi siamo pronti a ospitarlo a Palazzo Leopardi, nel cuore di Trastevere''.

 

Nel palazzo, oltre ad un centro nato all'insegna dell'integrazione fra minori italiani e figli di ''nuovi italiani'' e all'accoglienza ai rifugiati, sorge una biblioteca aperta al pubblico, frutto di un progetto di natura culturale avviato ormai da anni, tra la Comunità di Sant'Egidio e il Comune di Roma sui temi dell'incontro interculturale e interreligioso. ''Lì, insieme ai libri già raccolti grazie alla Fondazione Orseri e Sant'Egidio, al primo piano del palazzo - conclude la nota - potrebbe essere ben conservato l'archivio di Luigi Petroselli e offerto in visione alla cittadinanza''.




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