ANNO 25 n° 89
Il Bulicame sull'orlo del collasso
Palazzo dei Priori cerca la soluzione con gli imprenditori per salvare il parco

VITERBO - Il Bulicame è uno spettro, irriconoscibile. Non c’è più niente: non l’acqua termale (quasi assente), non il rospo smeraldino, non i bagnanti. C’è solo un simpatico signore, incaricato dal Comune di Viterbo di tenere in ordine il parco. E’ disperato anche lui: “Così non si può andare avanti”, racconta.

 

La situazione è così da novembre, da quando i lavori di pulitura del pozzo San Valentino hanno determinato il collasso e lo svuotamento della callara. L’intervento sul pozzo è fermo alla fase ''A'': riparazione della falla. Questo ha riportato a un certo livello l’acqua termale nella callara, ma ancora non basta per riempire le vasche di balneazione e quella che ospita la specie autoctona del rospo smeraldino. Serve procedere a una seconda operazione, volta a ridurre la portata di acqua propria del pozzo San Valentino. Prima del 25 novembre venivano emunti da questo punto 3,5 litri al secondo, ora continuano ad essere molti di più. Abbastanza di più da continuare a mantenere a secco il parco termale viterbese.

 

Le canaline di riempimento delle vasche sono in parte completamente secche e le altre funzionano poco, trasportando acqua poco al di sopra della temperatura ambiente. Non buona quindi per consentire i bagni liberi. Della questione si sta interessando il Comune di Viterbo, che in questi giorni sta tenendo una serie di incontri con i principali operatori termali cittadini.

 

Si cerca una quadra per far funzionare bene le strutture termali senza annientare il parco termale libero del Bulicame.




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