ANNO 25 n° 88
Basket: la Stella Azzurra si inchina alla capolista
Sconfitta per la Ilco al Palamalè contro Cassino 89-91, ma nulla è perduto

ILCO VITERBO – VIRTUS CASSINO 89 – 91

Ilco Viterbo: Chiatti 22, Rossetti 32, Baleani ne, Ottocento 16, Gori 4, Basili 3, Giganti 12, Rogani ne, Brunelli, Meroi. Coach. Pasqualini

Virtus Cassino: Tronfo 17, Scarpelli, Roffi ne, Fontana 11, De Monaco 6, Raskovic 30, Ausiello 11, Speranza 1, Pignalosa 15, Manzari ne. Coach: Vettese

Arbitri: Silvia Marziali e Francesco De Filippo di Roma

Note: tiri  da 2: Vt 22/38, Ca 19/34; tiri da 3: Vt 9/22, Ca 12/31; liberi. Vt 18/23, Ca 17/23; rimbalzi: Vt 31 (7 o, 24 d), Ca 28 (9 a, 19 d)

VITERBO - Niente da fare. La Ilco paga pegno anche a Cassino (come era accaduto contro la Luiss) e ripone nel cassetto i sogni di aggancio al vertice. Finisce 89-91 con l'ultimo libero - a cronometro ormai azzerato  -messo a segno dagli ospiti ma che vale solo per le statistiche. Partita maschia, mal diretta dagli arbitri che hanno il torto di permettere ai frusinati una difesa troppo aggressiva, combattuta punto a punto con le squadre che tentano più volte l'allungo decisivo, sempre ricucito. Non si vede gioco particolarmente bello, me le emozioni non mancano.

Il match si decide a 18' dalla sirena conclusiva; il tabellone segna 88-86 per gli ospiti ma il pallone è nelle mani dei biancostellati: c'è la possibilità di impattare se non addirittura di vincere.  E' antipatico gettare la croce addosso al singolo ma è un fatto che Chiatti avanza in palleggio ma, appena oltrepassata la metà campo, si fa soffiare la sfera da un avversario che va comodamente a chiudere a canestro: +4 per Cassino e vittoria praticamente in cassaforte. 

L'azione seguente si conclude con l'ennesima bomba di un immenso Rossetti (32 punti e 39 di valutazione, superato d'un soffio da uno straordinario Raskovic che chiude con 30 punti e 43 di valutazione): il cronometro segnala una manciata di centesimi da giocare che fruttano solo il fallo finale di Basili e i susseguenti liberi, uno dei quali realizzato ma utile solo per sancire il punteggio finale.

C'è rabbia tra i viterbesi che accarezzano a lungo la possibilità di fermare la capolista, tanto più che all'episodio decisivo delle ultimissime battute se ne aggiunge anche uno analogo a fine del primo quarto quando ancora Chiatti a 5' dalla sirena e con il punteggio di 19-24 per gli ospiti perde un altro pallone in palleggio, consentendo così a Cassino di andare al riposo breve sul +7.

Insieme alle occasioni perse e agli errori di cui si è detto, vanno messe in evidenza anche alcune incongruenze di Pasqualini dall'esterno incomprensibili. Rogani, ad esempio, è stato tenuto costantemente in panchina: d'accordo aveva accusato febbre in settimana, ma certo una manciata di minuti avrebbe potuto probabilmente disputarli, dando così il cambio a Gori (subito carico di falli) e senza costringere Giganti a giocare da pivot, con Brunelli ala grande contro avversari più grossi e più alti di lui. Come pure, appare inspiegabile il fatto che Ottocento nell'ultima decisiva frazione è rimasto in panca fino a 2' dalla fine: decisamente troppo per un giocatore che nei tre tempi precedenti aveva segnato 16 punti, totalizzando un più che dignitoso 23 di valutazione.

Insomma onore a Cassino, squadra tosta (anche troppo), con alcuni atleti di livello superiore (su tutti Raskovic), ma anche Tronfo, Fontana e soprattutto Pignalosa, la cui uscita per 5 falli ad inizio di ultima frazione viene salutato come una liberazione, mentre in realtà la capolista assorbe bene il colpo. Nella Stella Azzurra, straordinaria la prova di Rossetti, seguito a ruota da un ottimo Giganti e da Ottocento. Bene Chiatti al tiro, ma prestazione macchiata da quei 2 pesantissimi  errori. Scarsamente incisivi Gori e Basili, mentre Brunelli va lodato per una prestazione di grande sacrificio in un ruolo non suo.

Adesso la vetta dista 4 lunghezze: sembrano tante, in realtà con quasi un girone di ritorno da giocare non si può pensare di ammainare già da oggi bandiera. Il campionato è ancora lungo e va disputato a testa alta: i passi falsi sono dietro l'angolo. Per tutti.




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